Carmen Consoli: parte da Assisi il nuovo viaggio teatrale e musicale

Debutto il 18 ottobre al Teatro Lyrick per la “cantantessa”, che inaugura la trilogia discografica dedicata alle sue radici, al rock e al cantautorato. Un ritorno alle origini tra poesia, memoria e sperimentazione sonora

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Countdown agli sgoccioli per l’attesa data zero del nuovo tour teatrale di Carmen Consoli che prenderà il via sabato 18 ottobre (ore 21) al Teatro Lyrick di Assisi, nell’ambito della stagione Tourné.

Il live, realizzato in collaborazione con il Comune di Assisi, “Teatri 2025”, costituisce per la Consoli non soltanto un momento di incontro e scambio con il pubblico, ma anche un’occasione di sperimentazione e ricerca che contribuisce a definire un suono sempre riconoscibile e profondamente caratterizzante.

Le tante suggestioni che concorrono a formare la sua identità musicale – la musica popolare, il rock anni Settanta e l’indie anni Novanta, la canzone d’autore e il blues – si compongono in armonie compatte, ognuna delle quali dà una veste diversa al progetto musicale che la coinvolge in quel momento. E sono tantissimi i progetti che l’artista ha varato nei tre anni trascorsi dall’ultima pubblicazione: quello stupefacente in duo con Elvis Costello, i due tour mondiali con i quali ha attraversato le due Americhe e tutta Europa, Terra ca nun senti, progetto per il quale ha fondato la prima orchestra di musica popolare siciliana e con il quale ha suonato in meravigliosi siti archeologici e spazi di grande valore storico-culturale, portando nel mondo le sonorità e la tradizione musicale della sua terra, il tour in duo power rock con Marina Rei alla batteria e infine il progetto su Domenico Modugno e Ignazio Buttitta.

Il nuovo progetto discografico – Con “Amuri Luci” Carmen Consoli inaugura un nuovo, ambizioso percorso: una trilogia discografica che esplorerà le tre anime che hanno definito la sua carriera e la sua scrittura – le radici mediterranee e linguistiche, la matrice rock e il cantautorato. Tre dischi diversi, tre visioni autonome, un unico progetto organico che restituisce tutta la ricchezza di un’artista capace di reinventarsi senza perdere la propria identità.

“Amori luci”, pubblicato il 3 ottobre (Narciso Records/Warner Music), affonda nelle origini linguistiche e culturali della Sicilia. La scelta del siciliano, arricchito da stratificazioni di arabo, latino e greco, non è nostalgia né folclore, ma ritrae, nelle parole e nei suoni, un’isola polifonica, crocevia di civiltà, ponte tra epoche e culture, luogo dove il passato continua a parlare costantemente al presente. La lingua madre diventa strumento vivo di memoria, di verità e di resistenza.

Il titolo racchiude il senso del disco: l’amore come luce, come forza capace di illuminare, consolare e denunciare le ingiustizie. Ogni brano è un frammento di diario collettivo, una tessera che compone un mosaico di memoria e coscienza civile. Si raccontano storie vere e drammi universali; si rivisitano miti antichi trasformandoli in metafore contemporanee; si dialoga con la poesia classica e moderna, da Ibn Hamdis a Ignazio Buttitta, da Graziosa Casella a Nina da Messina. Il disco è una raccolta di vite e sentimenti: c’è la memoria di Peppino Impastato raccontata dagli occhi del fratello Giovanni, la poesia struggente di Ibn Hamdis che incontra le migrazioni contemporanee in La Terra di Hamdis, le tragedie della guerra in Mamma Tedesca, miti antichi che si trasformano in metafore universali in Bonsai #3 e Galáteia, e la ribellione che si fa canto e azione in Parru cu tia con Jovanotti.

Il disco si arricchisce inoltre della presenza di tre ospiti speciali, che ne ampliano le prospettive emotive e culturali: Mahmood in “La Terra di Hamdis”, un dialogo con il poeta arabo-siculo Ibn Hamdis che diventa riflessione sulle migrazioni e sul dolore universale degli esiliati; Lorenzo Jovanotti in “Parru cu tia”, un inno alla ribellione e all’azione, dove la parola si fa gesto politico e poetico; Leonardo Sgroi, giovane tenore del Maggio Musicale Fiorentino, che in “Qual sete voi?” dialoga con la Consoli sulle orme di Nina da Messina, la prima donna a scrivere in volgare.

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